Il nuovo bipolarismo
Un quadro completamente stravolto

A solo un mese dal voto ci siamo già accorti che il quadro politico italiano, quale lo avevamo avuto definito nelle ultime elezioni di meno di un anno fa, è stato completamente stravolto. Il bipolarismo sta mietendo la sua prima vittima: il centrodestra. Con la spaccatura di Alfano e la destinazione ai servizi sociali di Berlusconi, l’oscillazione fra Nuovo centro destra e Forza Italia di varie personalità proprie quel campo, si è ottenuto un comune effetto di riflusso dell’ elettorato “moderato”. Per cui ora Ncd e FI, si trovano a combattere con stime dei sondaggi impietose e devono preoccuparsi comunque di una possibilità di raccordo futuro se vogliono evitare una definitiva loro frantumazione nelle prossime politiche. Il rischio di venire surclassate anche in quella occasione da Grillo è cocente. Il movimento 5 stelle è infatti ancora dato in aumento direttamente a ridosso di Renzi per cui comunque si prevede un exploit. Se Grillo era in difficoltà fra epurazioni e polemiche interne, il premier lo ha rilanciato. Prima infatti che gli italiani a basso e medio reddito possano essere riconoscenti al premier per gli 80 euro mensili in busta paga, gli italiani con reddito nullo o ancora più basso sono furibondo. Insieme ai cassi integrati e quelli che hanno perso il lavoro, superano i venti milioni di cittadini: sono loro il principale bacino elettorale del comico. Li anima la rabbia verso le misure del governo e l’indifferenza verso le sorti di Berlusconi. Se mai il 25 maggio si capisse che Grillo potrebbe battere entrambi, sarebbe il caso di ripensare da subito alla legge elettorale. Ne servirebbe una affatto diversa, utile a realizzare quello che l’onorevole Sandro Bondi ha detto in un’intervista alla Stampa, suscitando tanto clamore, ossia un’intesa fra Renzi e Forza Italia. Anche solo in chiave antigrillo, sarebbe necessaria. Purtroppo, nel Pd non solo si agita una coda refrattaria ad accordarsi con il vecchio nemico di una volta, ma Forza Italia ha politicamente fallito proprio là dove più voleva investire, ossia nella proposta liberale. L’intesa con Renzi diviene plausibile sulla base di un progetto di maggior liberalizzazione del paese, ed i liberali sarebbero utilissimi. Eccoli raggruppati senza emergere nella lista dell’Alde intorno al 2 per cento dei sondaggi, che se fossero autentici, causa una legge elettorale forsennata, spariranno del tutto dalla scena. Bisognava si puntasse con tutte le proprie forze a superare il 4 e invece si sta facendo di tutto per scendere ulteriormente sotto il due, magari perché non si vuole dare fastidio. Così l’area liberale potrebbe restar fuori dal parlamento europeo e persino precludersi di svolgerere un ruolo indispensabile nel momento nel quale ve ne sarebbe più bisogno sul piano del governo. I personalismi, i rancori e diciamolo, anche alcune incapacità, non giovano. Per questo da mesi temiamo che Grillo diventi più forte. Né il Pd, né Forza Italia, per quanto possano fare Renzi e Berlusconi, sono in grado di battere il grillismo, al contrario. Il consenso a quel movimento è una risposta di insoddisfazione e di odio a questo bipolarismo capace solo di soffocare il Paese. Ed il 25 maggio rischiamo di accorgercene tutti.

Roma, 24 aprile 2014